Semplicemente grazie
Sono stai 2.920 giorni indimenticabili. Nel 2008, all’età di 41 anni sono stato chiamato a servire il Csi nel ruolo delicato e complesso di Presidente Nazionale. In Parlamento si discuterà presto dell’abolizione del doppio mandato presidenziale come limite massimo per Coni, Federazioni ed Enti e l’introduzione della possibilità di un terzo mandato sembra cosa fatta. Noi quel limite dei due mandati lo abbiamo in un certo senso inventato e introdotto prima di tutti gli altri. Lo abbiamo fatto perché siamo convinti che il “servizio” sia lo stile con il quale si debba vivere ogni esperienza di responsabilità. Se mi guardo indietro provo un’emozione incredibile. La prima cosa che vorrei fare è abbracciare le migliaia di persone dentro e fuori dal Csi. Sul territorio, nei comitati e nelle società sportive, ho conosciuto girovagando per tutta Italia centinaia e centinaia di “giganti” di umanità. L’elenco sarebbe infinito. Parlo di quelle persone che fanno notte fonda in comitato, che sono dirigenti o presidenti ma alle 6 del mattino montano transenne; parlo di quelle persone che nelle società sportive si fanno in otto per il bene dei ragazzi; parlo degli arbitri, degli allenatori, dei giudici, degli animatori. Nella testa ho impresso centinaia e centinaia di volti di fronte ai quali mi sono sentito piccolo, immensamente piccolo. Dire semplicemente “grazie” non basta! Non voglio cercare parole che non trovo per dire che servire queste persone è stato un onore immenso ed una gioia grande. Ho avuto modo in questi anni di stupirmi e meravigliarmi ogni giorno. In ogni angolo del Paese ho trovato gente del Csi che ha una “marcia in più”. Veri educatori attraverso lo sport, capaci di sfidare l’impossibile per il bene di un solo ragazzo o di una sola ragazza.Vorrei abbracciare anche le tantissime persone che ho incontrato fuori dal Csi: nella Chiesa italiana, nel Sistema sportivo azzurro, nelle Istituzioni, nei tavoli della società civile. Dovevano semplicemente essere rapporti istituzionali. La provvidenza invece ha messo sul mio cammino tantissime persone con le quali ho costruito rapporti veri di amicizia e di passione educativa. Ho incontrato tanta gente “nei posti che contano”, che vuole davvero bene al Csi ed è innamorata della nostra visione dello sport. Vorrei abbracciare anche tutte le persone che hanno lavorato insieme a me. Il Consiglio, la Presidenza e la Direzione nazionale; dipendenti e collaboratori degli uffici della sede nazionale in Via della Conciliazione, 1. Essi, più di tutti mi hanno sopportato e supportato quotidianamente con tanta disponibilità e con un calore umano che porterò sempre nel cuore. Abbiamo realizzato tante cose. Tante altre potevano essere fatte e non ci siamo riusciti. Ma questo fa parte di ogni esperienza di servizio e di governo. Ora passo il testimone alla Presidenza ed al Consiglio nazionale che verranno eletti nel prossimo week end. Lo faccio ringraziando ancora – di vero cuore – per l’esperienza che mi avete permesso di vivere. Lo faccio con la certezza che oggi e domani il Csi sarà ancora più forte e grande di ieri. Quella sfida educativa lanciata dalla Chiesa Italiana per il decennio 2010–2020 è ancora più che mai attuale. Nella società di oggi c’è un gran bisogno del Csi, perché lo sport può fare davvero tanto nel deserto educativo del nostro tempo. Come molti sanno ho scelto di “far carriera”, tornando ad impegnarmi nella realtà del comitato Csi di Milano. L’ho fatto perché ho sempre creduto che sul territorio ci sia la parte più bella e viva di ogni associazione e perché credo che oggi ci sia bisogno di piccole testimonianze di servizio. Tra le mani ho il testimone da consegnare alla prossima Presidenza nazionale. Nel cuore ho tanta emozione e gratitudine.